Il Tribunale di Bologna, con una sentenza storica, ha dato torto alla Questura e alla Prefettura di Parma imponendo agli enti pubblici il rilascio, entro venti giorni, di un permesso di soggiorno per richiesta asilo e l’accesso all’accoglienza per i migranti a cui erano stati negati i diritti fondamentali.

E’ una grande vittoria dei diritti. Il Tribunale ha chiarito che tutti i richiedenti asilo hanno diritto alla formalizzazione della domanda di protezione internazionale e all’accesso all’accoglienza.

Il caso su cui è intervenuto il giudice bolognese nasce nella scorsa estate con l’arrivo in tante città italiane di alcuni cittadini stranieri a cui era stata impedita la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per richiesta asilo e di accedere alle misure di accoglienza. Alla loro domanda, infatti, si era opposto un vero e proprio muro di gomma da parte dell’amministrazione pubblica, costringendo queste persone a vivere per strada per diversi mesi creando enormi disagi. 

Alla fine dell’estate 2022, visto che la situazione non si sbloccava, alcuni di loro decisero di far sentire la loro voce, davanti alla sede di Ciac (Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale) a Parma. Fu proprio questa associazione ad interessarsi della loro situazione, prima lanciando un appello all’accoglienza e successivamente promuovendo una serie di incontri con le istituzioni. Per alcuni furono trovate accoglienze temporanee, ma la situazione rimane complessa.

Contemporaneamente furono coinvolti alcuni avvocati esperti di diritto dell’immigrazione e soci dell’Asgi attraverso i quali i cittadini migranti hanno presentato ricorso al Tribunale ordinario di Bologna contro la Prefettura e la Questura di Parma. 

La sentenza del Tribunale di Bologna è chiarissima nel decretare che è “illegittimo ogni comportamento tenuto dalla pubblica amministrazione diretto a ritardare/impedire la formalizzazione dell’istanza di protezione” e nell’obbligare l’ente pubblico “alla formalizzazione della domanda di rilascio del permesso di soggiorno per richiesta asilo, con conseguente rilascio di un permesso provvisorio entro il termine di 20 giorni” e a garantire il diritto “ad accedere all’accoglienza per richiedenti asilo, entro il termine di 20 giorni“.

Pochi mesi fa, ritengo rilevante anche l’ordinanza ottenuta dall’associazione ‘A Buon Diritto’ in cui il Tribunale ordinario di Roma sanzionava la prassi adottata dalla Questura di sottoporre a persone che vogliono fare domanda d’asilo a file interminabili e nottate al freddo e al gelo fuori dalla Questura, perché ne lede i diritti umani ed è incostituzionale. 

Sono ordinanze che mettono in luce le carenze strutturali del sistema di accoglienza e protezione e che sottolineano, con estrema chiarezza, come il diritto d’asilo non possa essere subordinato a problemi di organizzazione e gestione dell’amministrazione. Deve essere garantito, nei tempi certi previsti dalla legge, sia la possibilità di formalizzare una domanda di protezione, che il conseguente accesso all’accoglienza.

Collegato a queste notizie, invito l’amministrazione a trovare una soluzione sui disagi che si stanno verificando sull’accoglienza al centro Mattei perché siamo venuti a conoscenza che diverse persone verranno espulse a breve in quanto la Prefettura considera questi come lavoratori e per questo saranno costrette a uscire dall’accoglienza e trovare una casa.

Questa decisione però, fatta nei mesi invernali, significherebbe infoltire le strade bolognesi e creazione di maggiore disagio ai servizi del Comune che si occupano di questo.