Bologna, dove Pasolini era nato e aveva studiato, celebra il centenario della nascita con la mostra “Folgorazioni figurative”, che inaugura i nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re Enzo.

Il percorso espositivo, visibile fino al 16 ottobre, racconta la costruzione dello sguardo di Pasolini, la sua passione per l’arte figurativa mettendo a confronto le immagini della grande tradizione pittorica e quella dei film di PPP. 

“La nonviolenza è l’acme ideale di una concezione razionale della realtà. Se ogni forma del pensiero ha bisogno, nell’atto pratico, di una manifestazione concreta e basata quindi sul sentimento e la persuasione, la nonviolenza è l’atteggiamento sentimentale  e persuasivo di chi è totalmente fuori da ogni conformismo, di chi si è totalmente “liberato” attraverso gli strumenti della ragione e della cultura”…Pasolini

Come dicevano sabato dalla manifestazione per la pace: “ La guerra non si combatte con la guerra. È il momento non di armare ma di disarmare il mondo. È il momento che l’Onu faccia la sua parte  con un coinvolgimento diretto nelle trattative tra Russia e Ucraina per il cessate il fuoco”.

Dunque siamo chiamati  a comunicare  senza esclusione.

La comunicazione, ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società. Dovremmo impegnarci  a scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia. Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale.

Dobbiamo usare le  parole e azioni che aiutino a uscire dai circoli viziosi delle condanne e delle vendette, che continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni, e che conducono ad esprimersi con messaggi di odio. Vecchie ferite e risentimenti trascinati, possono intrappolare le persone e impedire loro di comunicare e di riconciliarsi. E questo vale anche per i rapporti tra i popoli.

Specialmente  sul  linguaggio della politica e della diplomazia chiediamo a quelli che hanno responsabilità istituzionali, politiche e nel formare l’opinione pubblica, affinché siano sempre vigilanti sul modo di esprimersi nei riguardi di chi pensa o agisce diversamente, e anche di chi può avere sbagliato.  Non dobbiamo cedere alla tentazione di sfruttare simili situazioni e alimentare così le fiamme della sfiducia, della paura, dell’odio. Ci vuole invece coraggio per orientare le persone verso processi di riconciliazione.

Un accenno finale riguarda le reti sociali che possono «favorire le relazioni» e «promuovere il bene della società ma possono anche condurre ad un’ulteriore polarizzazione e divisione tra le persone e i gruppi. L’ambiente digitale è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale»….Papà Francesco

Infine chiudo con Lui

“Se io fossi  Un angelo  Chissà cosa farei Alto biondo Invisibile

È chiaro  Che volerei  Zingaro, libero Tutto il mondo  Girerei  Andrei in Afghanistan

E più giù in   Sud Africa  A parlare con L’America  E se non Mi abbattono  Anche coi russi

Parlerei

Sui vostri traffici   Sui vostri dollari  Sulle vostre belle Fabbriche Di missili

Se io fossi un  Angelo  Sarei un buon angelo  Parlerei con Dio”…Dalla