Lunedì in Consiglio comunale è stato approvato il registro di genere per le carriere alias come già fatto da altri comuni italiani.
Rispetto a questa proposta le opposizioni hanno presentato una mozione collegata contenente la seguente affermazione:
“I registri per le carriere alias, discostandosi da un riconoscimento univoco di carattere giuridico del dato di realtà, rappresentano un rischio di 𝗱𝗶𝘀𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗲 da un punto di vista sociale, psicologico e giuridico per la società considerata nel suo complesso”.
La parola “Disordine” può essere brandita come un manganello per definire goffamente e violentemente cosa sia giusto e cosa no, oppure può essere parola da esplorare e dalla quale farsi interrogare, per aprire una finestra su se stessi, verso le proprie complessità e al contempo per guardare a quelle degli altri con occhi diversi.
La rimozione del concetto di “Disordine” è qualcosa che temo, perché è essenziale nelle nostre vite e nelle nostre comunità per alimentarle di stimoli.
Ieri con la VII Commissione “Pari opportunità” abbiamo esplorato questo “Disordine” grazie ad un’udienza conoscitiva in presenza chiesta da me e altri Consiglieri e Consigliere al MIT, scoprendo la ricchezza oggettiva di questa realtà che da più di 40 anni rende la nostra città un posto migliore dove il “Disordine” è accolto, accudito, espresso e liberato.