L’avvio del percorso di realizzazione di Città 30 ha acceso un dibattito focoso in città, che a mio modo di vedere per la prima volta da quando ho memoria ha messo seriamente in discussione non solo i soggetti che propongono un cambiamento, con critiche o apprezzamenti, ma ogni singolo cittadino che a prescindere dalla sua opinione si è trovato a riflettere sul suo comportamento in strada rapportandosi con un nuovo limite e una nuova proposta di mobilità. 

In questo sono esemplificative le lettere dei lettori pubblicate sui giornali che fanno trasparire la pluralità dei pensieri sulla misura e le varie abitudini che con essa si rapportano. 

Chi usa spesso i mezzi pubblici auspica una loro implementazione, pedoni, ciclisti ma anche molti genitori e anziani che si spostano in vario modo difendono città 30, chi usa solo la macchina o butta la palla in tribuna dicendo che i problemi sono altri o riconosce il valore della misura ma afferma che un limite non basta per produrre cambiamenti, su quest’ultima osservazione io stesso sono d’accordo, e con me l’amministrazione, per questo c’è un corposo investimento di 34 milioni per modificare il volto alle strade e non solo i limiti che in queste si devono rispettare. 

Di questa pluralità di opinioni le opposizioni ne dimenticano buona parte, raccogliendo solo i malumori, erigendosi a loro difesa, assolutizzando un respingimento della misura da parte di tutta la cittadinanza e confinando l’azione dell’amministrazione nel campo dell’ideologia e della difesa degli interessi dei soli “estremisti”. Mi chiedo. Un anziano che deve attraversare la strada è un’estremista? I bambini che escono da scuola sono estremisti? I ciclisti sono estremisti che sarebbe bene chiudere in gabbie munite di cyclette? Le 15 vittime che abbiamo avuto in strada dall’inizio dell’anno erano estremisti? 

Poi sorge un altro grande paradosso, che questa amministrazione abbia un’attitudine criminale nel volersi porre in contrasto alle normative nazionali ed in particolare all’articolo 142 del Cds, violando il comma secondo che prevede la possibilità di modificare i limiti in determinate strade e tratti di strada quando l’applicazione al caso concreto dei criteri indicati nel comma 1 renda opportuna la determinazione di limiti diversi.

Ma proprio osservando il comma primo si rileva quella che è la ratio della norma che orienta la fissazione dei limiti alla tutela “della sicurezza della circolazione e della vita umana”, i dati riportati anche in commissione dimostrano che il limite dei 50 non è in grado di garantire il raggiungimento di questi obiettivi in ambito urbano, e vari piani internazionali, europei, statali e locali dicono che sulle strade urbane, dove c’è un mix di utenti forti e vulnerabili, il limite dovrebbe essere 30. 

L’amministrazione è fuorilegge? Io piuttosto credo che legittimamente abbia fatto la scelta di intraprendere una via interpretativa della norma dinamica e non statica. C’è chi preferisce che le norme rimangano ad appassire sui codici e chi invece le vuole fare camminare, adattandole alle reali esigenze per fare il bene della comunità.

Mi preme spendere in ultimo due parole anche su via de’ Carbonesi, che stando alla narrazione delle opposizioni ha riscontrato un’opposizione unanime da parte dei commercianti e cittadini della zona. Mi corre l’obbligo di precisare che nel caso di specie è errato dire che vi fosse un’unanime opposizione alla misura, perché gli stessi commercianti e cittadini della zona, in più dichiarazioni rilasciate ai giornali e nel dialogo con l’amministrazione avevano dimostrato un interesse nei confronti della pedonalizzazione.

Una sperimentazione non è mai sinonimo di errore, ma strumento per comprendere come giungere ai risultati che come amministrazione ci si è posti, in primis l’aumento della vivibilità delle strade nella nostra città, per questo auspico che le voci di chi era favorevole alla pedonalizzazione continuino ad essere ascoltate per giungere ad una soluzione ottimale insieme agli uffici, dato che gli obiettivi dell’amministrazione non sono cambiati, motivo per il quale non si arretra su città 30. 

Capisco che per le opposizioni proiettare la propria visione di città oltre il termine delle 24 h possa risultare difficile, ma questa amministrazione sta lavorando a lungo termine, per vedere miglioramenti sensibili al termine del suo lavoro, accompagnando la comunità nei mutamenti che dovrà attraversare. 

Sarei curioso di sapere dall’opposizione quale sia la loro idea di città oltre a richiedere un referendum su una proposta che ha già superato il vaglio democratico delle elezioni, temo che non ci sia.