A Bologna, il 2021 ha portato buone notizie per i redditi, come rivela il rapporto annuale dell’ufficio di statistica del Comune. 

Tuttavia, dietro queste cifre si nascondono storie umane che riflettono la complessità della situazione economica. Il reddito medio nel 2021 è di 26.521 euro lordi per contribuente, ma il reddito mediano, che rappresenta il valore che divide esattamente a metà la distribuzione, è di soli 20.505 euro. Questo suggerisce che ci sono notevoli disuguaglianze nei redditi, con alcune persone che guadagnano molto di più rispetto ad altre. La disuguaglianza si fa più evidente quando si confrontano i dati con il 2002. Nonostante un aumento del reddito mediano del 2,7%, questo incremento è concentrato principalmente nelle fasce di età più avanzate, come 55-59 anni per le donne e 60-64 per gli uomini. Purtroppo, i giovani e i giovanissimi sembrano essere i gruppi più svantaggiati, con redditi significativamente inferiori rispetto ai loro coetanei del 2002.

Queste statistiche raccontano solo una parte della storia. 

Dietro i numeri ci sono persone come Namir, un barbiere marocchino di 55 anni che è stato licenziato durante la pandemia e ha perso sia il lavoro che il luogo in cui dormiva dietro il negozio. Da due anni, è costretto a dormire ai Giardini Margherita e dipende dalla rete di sostegno alimentare per sopravvivere.

Namir è solo uno dei tanti. A Bologna, sempre più persone portano con sé una grande borsa plastificata, simbolo delle loro vite precarie. Questi individui, come Namir, si affidano a organizzazioni come la congregazione delle Sorelle dei Poveri di via Nosadella 30, che offre pasti a chi è nel bisogno. Suor Teresa, insieme ad altri volontari, nota un aumento nel numero di persone che arrivano per la colazione, che ora sono sempre una cinquantina. Ma questi pasti significano molto di più che semplicemente nutrirsi; rappresentano la speranza e la dignità per coloro che lottano per trovare un lavoro e un tetto sopra la testa.

Molti di questi individui cercano luoghi di assistenza in città, come le Cucine Popolari o l’Antoniano, per soddisfare le loro esigenze alimentari e cercare un sostegno.

Tuttavia, non tutti hanno le stesse esigenze. Alle Cucine del Battiferro, si trovano principalmente famiglie radicate nel quartiere. Persone come Alba, che ha fatto ritorno in cerca di aiuto durante l’estate, quando non poteva permettersi i centri estivi per la sua bambina.

Mentre i dati indicano un aumento degli italiani in cerca di assistenza alimentare (il 59%), diminuiscono gli stranieri (il 41%). Tuttavia, la novità più sorprendente è l’abbassamento dell’età dei bisognosi, con la maggior parte tra i 50 e i 60 anni, e addirittura 47 persone sotto i 50 anni. Questo cambiamento è attribuito alla precarietà economica e alla perdita dei lavori per chi aveva lavoretti.

L’Antoniano, d’altra parte, è diventato un rifugio per le persone senza dimora, con il numero di ospiti aumentato da 100 a 250 al giorno negli ultimi tre mesi. Qui, si nota una tendenza verso una maggiore presenza di giovani, probabilmente a causa del grande flusso migratorio e della perdita del reddito di cittadinanza.

Le storie umane che emergono da queste organizzazioni di assistenza sono toccanti e spesso struggenti. Le persone che vi partecipano, come Paolo, si confrontano con le sfide della vita per le strade di Bologna. Paolo, nonostante una frattura al perone, continua a cercare opportunità di lavoro. La cena alla mensa di Santa Caterina rappresenta molto più di un pasto; è un momento per esprimere frustrazione e dimenticare, anche solo per un attimo, la mancanza di serenità nelle loro vite. Giovanni, un ex imbianchino di Bergamo di 56 anni, racconta la sua storia di divorzio, debiti e perdita di tutto ciò che aveva. Ha deciso di cercare una nuova opportunità a Bologna e spera di trovare lavoro come posteggiatore di un silos.

L’ultima carezza della sera viene offerta dalla comunità di Sant’Egidio al piazzale Est della stazione. Qui, una folla paziente attende il tè o un panino con il formaggio. Negli ultimi tempi, hanno distribuito più pasti di prima, raggiungendo quota 110 al giorno. Questo aumento è probabilmente dovuto alla perdita del reddito di cittadinanza, che ha influenzato molte persone, ma nonostante le difficoltà, molte di loro sono tornate per ricevere sostegno.

Le storie di queste persone, spesso invisibili nella società, sono il riflesso di una realtà complessa e sfaccettata. Mentre i dati mostrano miglioramenti nei redditi dichiarati a Bologna, c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che nessuno venga lasciato indietro. Il governo invece con la nuova manovra lascia indietro queste persone aumentando la tassa per i  prodotti  come  latte in polvere, preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, assorbenti, tamponi e coppette mestruali che non saranno più soggetti all’Iva al 5% ma  al 10%.