L’altra sera sul Palco di Repubblica delle idee La Vicesindaca di Bologna, la Neosindaca di Budrio Debora Badiali e la Parlamentare Cecilia d’Elia hanno discusso della decostruzione degli atteggiamenti sessisti e machisti di cui la nostra società è impregnata: da battute recitate come innocenti ma che celano una natura discriminante, passando per appellativi categorizzanti, ed in generale prendendo in considerazione fattori culturali atavici e difficili da scrostare. 

Tutto questo ha ricadute importanti sulla nostra quotidianità, dalle disparità che si creano in ambiente domestico a quelle che si creano in ambito lavorativo e più in generale sulla qualità dell’esercizio della nostra democrazia. 

Sarebbe limitante fermarsi a trattare la disparità di genere come qualcosa che riguardi solamente un’aderente analisi delle differenti condizioni derivanti dall’appartenenza ad un genere o ad un altro, si tratta infatti di una criticità strutturale che attraversa l’impianto della società che viviamo e nella quale si sviluppa la nostra democrazia, in profonda crisi machista, probabilmente da quando è nata. 

Il primo e più evidente sintomo della crisi machista, prima ancora delle scelte politiche, è l’utilizzo della parola. Nella nostra democrazia si tende ad usare la parola, spesso come strumento prevaricatore, di sottrazione di spazio all’altro e di esaltazione di sé stessi, e non come invito all’intervento del prossimo. Io sono il primo a cadere in questa tentazione che cerco di respingere quotidianamente. Questo è un chiaro esempio di machismo culturale di cui tutti siamo vittime e che fa comprendere quanto di radicato e profondo ci sia in una cultura che latentemente non solo non ha riguardo della parità di genere, ma non ha più in generale riguardo del prossimo.

Per superare questa attitudine è necessario dotarsi di regole nei luoghi di dibattito, per renderlo il più generativo possibile, dando tempi di intervento, regole e modalità di elezione innovative come la doppia preferenza di genere, e prassi virtuose come il rinunciare al proprio intervento se altri ha già detto quanto si voleva dire. In questo senso invito il Consiglio ad essere modello di una metodologia di esercizio della democrazia innovativa e rispettosa, per questo ho molto apprezzato il mio collega siid negash che in apertura di mandato ha rinunciato ad un proprio intervento di inizio seduta perché quanto voleva dire era stato già detto, riconsegnando tempo alla discussione in Consiglio. Suggerisco per approfondire lo sviluppo di una metodologia politica nuova la lettura dei principi di leadership femminista proposti da ActionAid.

Oltre al metodo politico bisogna senza dubbio sviluppare parallelamente politiche sociali all’altezza delle disparità che la nostra società produce. Tra le tante battaglie che sono attive, plastiche sono le iniziative per la riduzione dell’IVA sui prodotti igienico sanitari femminili, tra cui l’ultima avviata l’anno scorso dall’associazione “Tocca a Noi” che ha promosso un “tampon tax tour” per sensibilizzare sul tema e affiancare altre iniziative già attive come quella di “Close the gap” di coop. La mobilitazione e la reazione, soprattutto della politica locale, sul tema hanno portato all’abbassamento dell’IVA dal 22% al 10% nella scorsa legge di bilancio, iniziando a riconoscere il valore di beni di prima necessità ai prodotti igienico sanitario femminili. Non è ancora abbastanza, bisognerebbe arrivare alla totale detassazione di questi beni, vista la loro essenzialità e il loro utilizzo quotidiano. Per questo oggi presenterò un ODG a trattazione immediata per sollecitare, nel solco dell’ODG già approvato nello scorso mandato, un ulteriore abbassamento dell’IVA su questi prodotti, suggerendo anche iniziative e azioni di carattere locale che enuncerò dopo in trattazione.

In ultimo è importante evidenziare la connessione di questo tema anche con la tematica ambientale, sensibilizzando sempre più all’utilizzo di prodotti igienico sanitari ecocompatibili, con massicce campagne educative e incentivi. Le politiche sociali devono muoversi di pari passo con quelle ambientali. 

Chiudendo è opportuno tenere in considerazione anche i costi che gravano per la cura di infanti e anziani, che sono rilevanti e da tenere in considerazione quando si parla di politiche che riguardano i prodotti igienico sanitari, anche qui con una particolare ottica all’educazione ambientale e all’utilizzo di prodotti che siano il più compatibili possibile con la tutela dell’ambiente.