Sabato mattina in Sala Anziani sono stati accolti e accolte i neocittadini italiani e le neocittadine italiane che hanno ottenuto la cittadinanza al compimento del loro diciottesimo anno di età. Come amministrazione abbiamo deciso di dare pieno valore al momento di acquisizione della cittadinanza non lasciandolo relegato solo al giuramento prestato nell’ufficio anagrafe, un momento così importante va festeggiato con tutta la città e insieme alle istituzioni per tentare di fare pace con l’Italia che per lunghi 18 anni ha lasciato questi ragazzi e queste ragazze in un limbo giuridico ed identitario.

Per questo la parola festa suona beffarda, perché l’attesa l’ha consumata, per questo non abbiamo solo festeggiato ma abbiamo anche protestato guidati dall’intervento di Hajar della rete “dalla parte giusta della storia” perché le modalità oggi vigenti per l’assegnazione della cittadinanza sono crudeli e noi saremo al fianco di tutti coloro che richiedono un cambiamento netto in materia non avendo paura di essere accusati di fare politica nazionale, perché non c’è politica più locale di quella che guarda in faccia i propri concittadini che chiedono un’alleanza per farsi sentire più forte davanti al parlamento e al governo immobili da anni in materia a prescindere dal colore politico di chi ha avuto responsabilità.

E allora Meloni, colleghi della minoranza, oggi avete voi la responsabilità di cambiare qualcosa, voi che rivendicate la concretezza come stile di governo, tramutatela da parola a fatto in materia di politiche migratorie e nuove cittadinanze, date dignità a un milione di ragazze e ragazzi italiani in attesa di un foglio di carta che è sinonimo di vita e riconciliazione con la propria storia, date un senso attuale alla parola Patria che tanto amate, altrimenti la farete morire nella sua rigidità e nei suoi stretti confini, lo stesso vocabolario aiuta definendola come: “l’ambito territoriale, tradizionale e culturale, cui si riferiscono le esperienze affettive, morali, politiche dell’individuo, in quanto appartenente a un popolo”, si può ancora negare a chi è educato nelle scuole pubbliche, che fruisce del SSN, che nasce e cresce esattamente come chi ha i nonni emiliani di appartenere al popolo italiano? È il bilinguismo che ci spaventa? La capacità di entrare in contatto con più mondi? Ne avremmo solo che bisogno.

Rassegnatevi la Patria sarà sempre di meno la terra dei padri e sempre più la terra dei figli, da Bologna continueremo a gridare per cessare un ripudio lungo diciotto anni e a volte di più, che non ha senso di esistere se non per generare odio sociale e verso le istituzioni.