Voglio condividere con voi alcune riflessioni dopo il mio ritorno dal Festival di Ventotene per un’Europa solidale e un Mediterraneo allargato del 2023. Questa rassegna annuale è stata una straordinaria occasione per riunire persone provenienti da tutta Europa e da diverse parti del mondo, tra cui cittadini europei, migranti, rifugiati, giornalisti, politici, personalità internazionali ed esperti nei vari campi. Questa diversità di partecipanti riflette la natura inclusiva e globale dell’evento.

Uno degli obiettivi chiave del Festival è il rafforzamento del Manifesto di Ventotene come strumento attivo di pace e cooperazione tra i popoli. Questo manifesto, scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni durante il loro confino sull’isola di Ventotene nel 1941, è un testo di straordinaria rilevanza storica ed attualità. Ci troviamo in un contesto storico in cui l’Europa è alla ricerca di una via per superare le sfide e le crisi, le idee e le battaglie di questi tre intellettuali rimangono estremamente rilevanti.

Il Manifesto di Ventotene è un esempio di “utopia concreta”, un progetto che coniuga il pragmatismo politico con una forte carica ideale. Spinelli, Rossi e Colorni condividevano la visione di un’Europa unita democraticamente, basata sul volere dei popoli e non sulle oligarchie, che avrebbe garantito la pace e promosso l’uguaglianza sociale.

Oggi, a più di  settant’anni dalla sua stesura, il Manifesto di Ventotene ci offre un’opportunità unica di riflettere sul futuro dell’Europa e del mondo. Ci ricorda che l’unità, la democrazia e la cooperazione sono le chiavi per affrontare le sfide globali.

Tuttavia, mentre ci ritroviamo qui a riflettere su questi valori e ideali, non possiamo ignorare le sfide e le tragedie che ancora affliggono il mondo. 

L’attuale situazione nel Medio Oriente richiede la nostra attenzione e il nostro impegno. La recente escalation militare e la sofferenza del popolo palestinese e israeliano sono motivo di grave preoccupazione. 

Il conflitto tra Israele e la Palestina ha una lunga storia che risale a quasi un secolo fa e ha portato a sofferenze immense per entrambi i popoli coinvolti. Questa guerra ha generato un ciclo interminabile di violenza, odio e sofferenza, con molte vittime innocenti coinvolte. Le soluzioni militari non hanno mai risolto le radici profonde di questa guerra e hanno spesso portato solo a ulteriori divisioni e tensioni. Il rischio imponderabile della guerra che potrebbe travolgere l’intera regione del Medio Oriente è una preoccupazione reale. La regione è già stata teatro di conflitti e instabilità per molti decenni, e l’escalation di tensioni in qualsiasi punto può avere ripercussioni significative in tutto il Medio Oriente.

È essenziale che la comunità internazionale lavori con determinazione per promuovere la pace e la stabilità nella regione. Questo richiede un impegno per affrontare le cause profonde del conflitto, comprese le questioni di sicurezza, i diritti umani, il futuro dei rifugiati palestinesi e la necessità di una soluzione politica negoziata che porti a due stati viventi fianco a fianco, Israele e Palestina, entrambi con diritto all’autodeterminazione e alla sicurezza.

La guerra e la violenza non possono essere la risposta. Noi, come componenti della società civile italiana ed internazionale, siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere il cammino della pace ed invitiamo le autonomie sociali Palestinesi ed Israeliane a schierarsi chiaramente per la fine della violenza, per il rispetto reciproco e per il reciproco diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio stato. Chiediamo l’urgente attivazione di corridoi umanitari e la tutela dei civili.

In questa lotta per la pace, dobbiamo prendere ispirazione dalle parole di Don Tonino Bello: la pace non è un dato, ma una conquista. Richiede impegno, sacrificio e tenacia. Non è un obiettivo finale, ma un cammino in salita. Dobbiamo lottare per la pace, anche quando sembra che il buio stia vincendo sulla luce. La pace è il risultato di sogni e speranze, ed è dietro ogni grande passo dell’umanità c’è un sogno.

Perciò, oggi, ci impegniamo a respingere la guerra e a lavorare instancabilmente per la pace. Non dobbiamo smettere di sognare un futuro migliore, e dobbiamo farlo con la convinzione che l’utopia è un motore potente per il cambiamento. La pace è possibile se lavoriamo insieme con determinazione, solidarietà e compassione.

Grazie a tutte le persone che si  impegnano quotidianamente per la pace. Insieme possiamo rendere il Manifesto di Ventotene una realtà e costruire un mondo più giusto, pacifico e solidale.