Era irregolare sul territorio italiano l’uomo, di circa 40 anni, trovato morto, in circostanze ancora poche chiare, sulla Porrettana, in frazione Lovoleto di Granarolo.

Un bengalese è stato rinvenuto morto, nel pomeriggio di martedì, in un anfratto di rovi ed è stato rinvenuto con i soldi ancora in tasca, ma senza documenti e scalzo. 

Il migrante era steso su un lenzuolo, in uno stato di decomposizione compatibile a poco meno di 72 ore dal decesso, i carabinieri presumono che il luogo della morte, per malore o caduta, sia diversa da quella del ritrovamento. Il bengalese sarebbe stato trascinato sul lenzuolo e, poi, scaricato tra i rovi della Porrettana. Si potrebbe pensare a una caduta, forse da un’impalcatura o una struttura di un cantiere (dato che l’uomo era vestito da operaio), dove il 40enne lavorava senza essere in regola diventando, dunque, un morto ‘scomodo’ da dichiarare. L’ipotesi di reato resta quella di occultamento di cadavere, per il sospetto che il decesso sia avvenuto altrove e che il corpo sia stato spostato e abbandonato nel campo da qualcuno che era con lui, e che avrebbe deciso di liberarsi della salma, forse per evitare guai visto lo stato di irregolarità della vittima, in corso di identificazione.

A confermare l’irregolarità dell’uomo, come già sospettavano gli inquirenti, la mancata corrispondenza delle sue impronte digitali in tutti i database nazionali. La Procura di Bologna, intanto, ha aperto un fascicolo per occultamento di cadavere. 

L’irregolarità dei documenti è una posizione svantaggiosa innanzitutto per chi la vive, che si ritrova in una condizione fortemente limitante, impossibilitato ad esercitare anche i propri diritti basilari, come quello alla casa o a un lavoro dignitoso. Inoltre, eliminare quanto più possibile il fenomeno dell’irregolarità aiuta anche al controllo e alla sicurezza di tutti. Secondo le stime più recenti della Fondazione Ismu, al 1° gennaio 2021 in Italia erano presenti circa 519 mila migranti irregolari. La condizione di irregolarità può sussistere già dall’ingresso nel paese, nel caso di migranti che entrano senza un regolare controllo di frontiera, nella fase precedente alla richiesta di asilo (dal momento in cui inoltra la richiesta, il migrante non può più essere considerato irregolare).

Un migrante però può anche diventare irregolare in un secondo momento, per esempio allo scadere di un permesso lavorativo o di soggiorno, o qualora la richiesta di asilo inoltrata sia stata respinta (così come il suo eventuale ricorso). La regolarizzazione resta un processo complicato, ostacolato da una serie di normative che, anziché promuovere integrazione e regolarità, facilitano esclusione ed emarginazione. 

Ancora oggi, molte delle persone vittime di tratta finiscono nel circolo della schiavitù moderna, una pratica purtroppo antica che nel tempo ha cambiato spesso pelle, ma che mantiene radici profonde. La schiavitù esiste ancora in molte forme eterogenee che l’ILO (International Labour Organization) definisce come “situazioni di sfruttamento dalle quali una persona non può sottrarsi a causa di minacce, violenze, costrizione, inganno e/o abusi di potere”.  Queste situazioni di schiavitù moderna includono lo sfruttamento sessuale, la “schiavitù domestica” ed il lavoro forzato nell’edilizia o nell’agricoltura. In Italia i casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta sono stati 1.911, tra le vittime assistite, la forma di sfruttamento prevalente è quella sessuale (48,9%), seguita dallo sfruttamento lavorativo (18,8%).

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida durante un punto stampa ha dichiarato: “Lavorare sui flussi è la strada giusta, noi abbiamo un piano flussi disatteso da anni che può essere un’occasione per quelli che vogliono venire in Italia legalmente e in sicurezza per far arrivare in Italia circa 500mila migranti regolari”, ha annunciato. 

Noi chiediamo invece affinché vengano regolarizzati tutti quelli che già vivono in Italia, combattiamo insieme il lavoro irregolare e non rendiamo la vita difficile ai migranti con leggi e burocrazie inutili.