A volte, si pensa troppo al potere e si perdono di vista le responsabilità che abbiamo verso le nostre coscienze, così come verso i giovani. Invito tutti noi a non commettere questo errore.
I giovani lottano, combattono. Tutti parlano dei giovani, ma nessuno fa niente per loro e lentamente, quei giovani diventano “vecchi” e muoiono. Non biologicamente. Muoiono di una morte peggiore perché smettono di pensare con la propria testa ed iniziano ad agire secondo le regole del “mercato” del potere.
Sicuramente i giovani si caratterizzano per essere sfiduciati, incerti ed entrati in stato di precarietà esistenziale. È una caratteristica della loro età. L’identità si forma attraverso le risposte che riescono a dare all’incertezza. Risposte che si costruiscono sia individualmente sia socialmente. In Italia – più che altrove – quest’incertezza si è estesa a livelli “patologici”. La gerontocrazia li ha relegati in un angolo, in attesa. Per alcuni, questa fase prolungata di incertezza si traduce in un laboratorio di sperimentazione esistenziale.
Non continuiamo, come fanno tanti, a strumentalizzare la frase: “i giovani sono una risorsa”, per poi abbandonarli al loro destino. Non utilizziamoli come uno “sgabello” sul quale sederci, ma aiutiamoli nella realizzazione dei loro sogni.
Aiutiamoli perché sono là fuori che studiano, lavorano, si laureano, fanno master, stage a non finire e continuano a crederci. Rendiamoci tutti conto, prima di accettare qualcosa, se siamo realmente in grado di farcela e nel caso così non fosse, mettiamocela tutta per farcela, non lo dobbiamo solo a noi stessi, lo dobbiamo a quei giovani di cui tutti parlano. Lavoriamo come si lavorava nelle botteghe d’arte rinascimentali, dove “dal silenzio del fare” sono nati quei capolavori dell’arte che tutti noi conosciamo. Quando vediamo un giovane, ricordiamoci che non è un numero, ma un essere umano. Quando saremo chiamati a prendere delle decisioni, non pensiamo alle regole dei numeri, pensiamo agli esseri umani. Non utilizziamo il termine “giovani” per portare avanti politiche vuote di contenuti, realizziamo realmente: è ora di renderli protagonisti.
Come tutti ci dobbiamo ricordare, ispirandoci ai principi di uguaglianza e pari opportunità, il Comune di Bologna ha approvato l’inserimento nel proprio Statuto del principio dello ius soli. Lo ius soli è una forma di riconoscimento del ruolo di coesione tra culture diverse svolto dai giovani e delle libertà fondamentali delle persone, un modo chiaro per dire che chi vive o cresce a Bologna è bolognese e il Comune lo/la considera tale per tutto quello che è di sua competenza diretta e indiretta. La modifica allo Statuto è l’atto principe di quello che è un complessivo approccio anti discriminante che il Comune di Bologna intende portare avanti nelle sue politiche e nei servizi.
È in questo percorso che si inserisce la nuova campagna di comunicazione dal titolo “Bolognesi. Dal primo giorno. #iussolibologna” che ha come obiettivo l’apertura di un dialogo con la comunità tutta sui temi della cittadinanza attraverso affissioni in città, l’esposizione dell’immagine sulla facciata del Palazzo comunale e un allestimento temporaneo nel Cortile Guido Fanti che rivestirà il cantiere presente nel cortile con i volti e i pensieri di ragazze e ragazzi sul concetto di cittadinanza. Inoltre domani mattina, dalle 9.30 alle 11 presso il Teatro Celebrazioni (via Saragozza 234), ci sarà l’iniziativa rivolta agli alunni e alunne delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado, organizzata dal Comune di Bologna per coinvolgere le scuole della città in un momento di partecipazione e riflessione sui significati della cittadinanza, della Costituzione e del sentirsi pienamente parte della nostra comunità. Nell’arco di circa un’ora saliranno sul palco insieme al Sindaco di Bologna, testimoni, attiviste, artisti, scrittori e scrittrici, influencer, tik toker per esprimere il proprio punto di vista su cosa significa oggi essere cittadini, quali esperienze vanno condivise e quali nodi occorre sciogliere sui diritti e sulle libertà personali all’interno del nostro sistema democratico.
Da Bologna si riparte per chiedere con forza la riforma della Cittadinanza per tutti/e.