È acclarata da anni la crisi del settore editoriale nel nostro paese.
Prendendo come riferimento i giornali si riscontra che i quotidiani venduti in edicola nel 2007 erano letti dal 67 per cento degli italiani oggi solo il 25,4 per cento degli italiani legge il giornale. Parallelamente alla crisi delle vendite vi è un innalzamento dei costi di produzione e un deterioramento della qualità del lavoro nel settore, dai giornalisti ai corrieri, dai distributori ai giornalai.
E proprio in riferimento a quest’ultimi si riscontrano numeri preoccupanti sul quantitativo di edicole chiuse negli ultimi 10 anni. Nella nostra città si è passati da 400 a 270, lo stesso trend si ha anche in altre città italiane. A Roma nell’ultimo anno hanno chiuso 54 edicole, a Napoli 34, numero eguagliato da Milano. Il 25% dei Comuni italiani non ha nemmeno un’edicola aperta.
Per questo il sindacato di categoria SINAGI ha deciso di avviare un percorso per garantire un futuro alla categoria, agendo sulla filiera editoriale e avanzando richieste al Governo e Parlamento.
Al sistema editoriale il sindacato chiede il rinnovo del contratto nazionale scaduto dal 2009 e l’adeguamento degli agi, oltre che la definizione delle modalità di consegna e resa, superando l’abuso di posizione dominante da parte dei diversi attori della filiera ai danni degli edicolanti.
A Governo e Parlamento si chiedono misure strutturali: credito d’imposta; bonus per il sostegno a una editoria diffusa su tutto il territorio nazionale; l’inserimento del lavoro in edicola tra i lavori usuranti; una nuova rottamazione delle licenze con accompagnamento alla pensione dei giornalai (sul modello dell’anticipo di pensione ottenuto dalle aziende editoriali); favorire norme che portino i Comuni a concedere il cambio della destinazione d’uso dei chioschi, in modo che le attuali edicole possano lavorare creando una prospettiva certa alla propria famiglia.
Per dare maggiore eco a queste rivendicazioni è stato indetto uno sciopero nazionale per il 21 novembre e in preparazione a questo in tutta la penisola è stata organizzata il 17 ottobre la “Notte delle edicole” per riflettere sulla crisi che si sta attraversando e avviare un dialogo verso le soluzioni, lanciando l’invito ad Amministratori pubblici, editori, distributori locali e tutti i cittadini che vorranno partecipare sostenendo con la loro presenza il ruolo fondamentale delle edicole sul territorio anche come presidio sociale.
In città l’iniziativa si terrà dalle 19 e 30 alle 2 di notte all’edicola di via Sardegna 6 nel Quartiere Savena.
È inevitabile che le modalità con le quali si accede all’informazione mutino con il cambiare dei costumi, delle tecnologie e dei linguaggi narrativi, ma questo non per forza deve coincidere con il tramonto di ciò che c’era prima e con una speculazione fino all’ultimo centesimo rimanente da parte degli editori. Per questo credo che l’edicola rimanga un elemento fondamentale del tessuto sociale della città e per lo sviluppo di comunità coese. Tutte le nuove forme di informazione, anche quelle che per definizione sono di massa, quali i social, si caratterizzano per la loro fruibilità individuale. Vi è informazione, manca confronto. Confronto che invece sorge spontaneo nei chioschi degli edicolanti, dove all’informazione si accede con altre persone. Su questa natura collettiva delle edicole a mio parere bisogna investire, renderla parte integrante dell’attività e parte anche della soluzione economica, immaginando l’edicola come epicentro di azioni sociali e di opportunità formative. In tal senso credo che l’amministrazione locale debba riflettere e aprire un confronto per creare reti e occasioni che restituiscano alle edicole un ruolo di protagoniste, con la consapevolezza che il settore ha bisogno di interventi strutturali ai quali editori e governo devono contribuire fattivamente.