Finisce la scuola arriva l’estate e i ragazzi/e, circa 5 milioni, andranno in vacanza dopo due giorni a metà settimana per tornare sui banchi all’inizio del nuovo anno scolastico, fissato tra il 12 e il 19 settembre prossimo.
Il calendario scolastico Ministeriale 2023-2024 stabilisce le date del primo e dell’ultimo giorno di scuola per ogni livello di istruzione, oltre alle festività nazionali e alle date delle altre vacanze scolastiche, come quelle di Natale, Carnevale e Pasqua. Ciascuna regione vara un calendario scolastico quindi le date importanti dell’anno cambiano da regione a regione. Gli studenti della provincia di Bolzano rientrano in classe il 5 settembre. L’anno si chiuderà invece il 14 giugno 2024. Prevista una lunga pausa per le vacanze di Carnevale: da sabato 10 a domenica 18 febbraio. Invece in Emilia Romagna il primo giorno di scuola sarà il 15 settembre e l’ultimo giorno di scuola il 6 giugno.
Per i genitori si tratta di quasi 14 settimane da coprire. La lunga pausa estiva è anche un periodo in cui gli studenti sperimentano una regressione: secondo l’American Educational Research Association, più del 51% dei ragazzi va incontro a «summer learning loss», ossia perde tra il 17 e il 28% di nozioni in campo umanistico e tra il 25 e il 34% in matematica. Il numero di giorni di scuola varia dai 156 giorni in Albania e i 200 giorni in Danimarca e Italia. Il nostro Paese però non ha solo più giorni di lezione, ha anche le vacanze più lunghe: si va da un minimo di 6-8 settimane consecutive (Francia, Germania, Regno Unito, Norvegia, ad esempio) a Italia e Lettonia (13 settimane). Da noi la pausa maggiore è in estate, mentre in molti Paesi si spezzetta l’anno con più pause brevi: oltre a Natale, Carnevale e Pasqua, anche uno stop autunnale e primaverile.
Ma perché in Italia, nonostante le molte proposte, si continua con questo calendario scolastico che si interrompe con la pausa più lunga d’Europa?
Nel 2023, in un mondo in cui abbiamo l’Intelligenza artificiale, in Italia i nostri figli smettono di andare a scuola i primi di giugno e riprendono verso metà settembre per venire ad aiutarci a raccogliere il grano nei campi. Siamo infatti l’unico paese oltre a Turchia, Lituania e Lettonia ad avere questo tipo di calendario tecnicamente chiamato a grumo unico, così noi concentriamo tutte le vacanze in estate e i giorni di frequenza in inverno. Non sarebbe meglio un calendario con i giorni di frequenza che rimangono gli stessi, vengono solo spalmati in modo diverso?
Ad esempio in Francia: scuole chiuse a luglio e agosto, ogni 6 settimane di frequenza 2 settimane di stop. Si arriva a fine giugno meno stanchi, si riprende a inizio settembre senza aver dimenticato tutto. Fa caldo? Sì soprattutto al sud il caldo può essere faticoso da sopportare ma si può puntare sull’outdoor education, uscire dalle quattro mura e approfittare della bella stagione per fare didattica in modo diverso, mentre chiediamo investimenti PNRR su condizionatori, perchè investire sulla qualità degli edifici scolastici è doveroso.
Nel frattempo però ricordiamoci che i bambini di materne e nidi già frequentano tutto giugno e settembre.
Il turismo? Anche gli insegnanti avrebbero possibilità di fare vacanze in altri periodi dell’anno: vacanze spalmate durante l’anno, per poter approfittare e viaggiare anche in bassa stagione. Un toccasana per i nervi e per il comparto turistico.
I figli dove li mettiamo? Come abbiamo fatto finora per coprire l’estate dato che nessuno ha 3 mesi di ferie, così faremo nelle settimane di stop: ovviamente come negli altri paesi verranno organizzati campi dal terzo settore, solo che anziché estivi si chiameranno autunnali, primaverili.
È ora però di cominciare a parlarne, mai come adesso ha senso tenere le scuole aperte più a lungo nella stagione calda. Come regione Emilia Romagna dobbiamo iniziare un cambiamento coinvolgendo l’Anci ed i comuni.