Sono usciti i dati Codacons che certificano l’ammontare delle entrate nelle casse dei Comuni italiani derivanti dalle multe inferte agli automobilisti. La retorica che accompagna la notizia è quella di Comuni vessatori e cittadini vittime di un’aspra ingiustizia, alimentata da certi giornali e da buona parte degli esponenti di partiti che in questo Consiglio siedono all’opposizione.
Osservando i dati Bologna incassa 43 milioni di euro di cui 4,3 milioni provenienti da autovelox, la media del costo di una multa ammonta a 110 euro, dati in linea con le altri grandi città italiane attrezzate nella prevenzione del superamento dei limiti di velocità e nel controllo della sicurezza stradale.
Pare però che questo ad alcuni non piaccia, paradossalmente a chi di solito i controlli piacciono e molto, quando però i soggetti ad essere controllati magari sono le “minoranze” o i “diversi” che abitano il nostro paese contro i quali una manganellata in più può anche scappare.
L’automobilista è circondato da un’aurea di sacralità, non può essere toccato, tutto gli deve essere concesso, la strada è sua e la regolazione della velocità è sua discrezione a seconda delle sue esigenze, chiunque ponga dei limiti all’automobilista cittadino vero che lavora, ha famiglia e peripezie indicibili nella sua vita è un criminale senza cuore che non comprende la vita reale, nel caso dell’ente locale che sanziona condotte non conformi si tratta di un apparato mafioso che esercita controllo improprio tramite pizzo, stando ad alcuni giornali, certamente se “Radio aut” avesse ancora i microfoni accessi griderebbe allo scandalo di “multopoli”!
Peccato però che in strada ci siano anche pedoni, ciclisti e mezzi pubblici. Peccato che le multe non rispondano ad un’inclinazione vessatoria dello Stato, ma ad una sua vocazione paterna che arriva a porre obblighi e limiti nei casi in cui i cittadini autonomamente non sarebbero in grado di farlo mettendo a rischio la propria sicurezza e quella degli altri. Peccato e per fortuna che il denaro nelle tasche della classe media non sia l’unico bene da proteggere, ma l’ultimo in ordine di priorità quando si parla di incolumità.
Quindi chi è il reale nemico dei cittadini, compreso del sacro cittadino automunito? Chi lo sanziona? Chi pone dei limiti? Chi immagina città diverse più democratiche e più sicure per tutti e tutte in ogni strada?
L’esame di coscienza se lo dovrebbe fare chi continua a credere che il mondo si regga su quattro ruote e su regole egoistiche millantate come irriducibili ma che di irriducibile nei fatti hanno solo la loro miopia.