Il 2 giugno è la festa della Repubblica Italiana che ricorda il referendum istitutivo della stessa. Nei primi 12 articoli della nostra Costituzione si rinvengono molti slanci che il nostro ordinamento ha, tra cui il fatto che l’Italia ripudi la guerra, alla luce di questo mi pare alquanto controverso che il simbolo istituzionale della celebrazione del 2 giugno sia una parata militare, tipica immagine di forza utilizzata da regimi autoritari. Prendendo in prestito le riflessioni svolte da Michela Murgia in questi giorni, condivido sia opportuno immaginare una celebrazione più calzante a quelli che sono i valori della nostra Repubblica, che veda protagonista la cultura, il lavoro, l’ambiente, considerando che le forze armate hanno già una giornata loro dedicata che è il 4 novembre.
La parata militare non è il 2 giugno, lo testimonia anche la storia dei festeggiamenti. La parata è stata introdotta nel 1950 per poi essere tolta dal 1977 al 1983 per l’austerity e ancora tolta dal 1989 al 1999, in sua sostituzione venne introdotta una mostra storica a Piazza di Siena.
La parata militare è una scelta di come vogliamo rappresentare la nostra Repubblica, su questo credo sia opportuno aprire una riflessione politica sui valori che rappresentano la nostra comunità, visti anche i venti di guerra che soffiano incessanti.
Apriamo una riflessione collettiva per elaborare una proposta civica di festeggiamenti. Magari Bologna anche su questo può fare scuola, incontriamoci per elaborare un modello, già l’impostazione che ha dato il Sindaco in questi 2 anni è un punto di partenza interessante, portando le celebrazioni nella vivacità dei quartieri periferici dove la Costituzione vive.
Io credo che il 2 giugno possa essere più e meglio di una parata.